Non vedo l’ora che sia domenica.
Così la pianterò di leggere in giro fronteggiamenti assurdi (io di qui tu di là),
divisioni becere, minestroni rivoltanti, ideali aspettative e ritorneremo
tutti con i piedi in terra (pardon nella cacca quotidiana), sempre, nella sospirante attesa
di un futuro migliore, di una serietà teutonica, di un domani incipiente, di
una stabilità danarosa, di una salute migliore, di un prato più verde.
ECCHEPALLE
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