Costruire il proprio cammino, intravvedere il proprio disegno (come dice Serendip più sotto),
creare un tempo parallelo, fatto di tanti tempi diversi che sappiano tra loro ricrearsi e crescere.
Sembra essere questa la nostra eterna ricerca, quel groviglio
contorto che ti si piazza qui, al centro dello stomaco e non ti dà pace.
Sarebbe tutto più semplice se riuscissimo a fermarci alla semplicità delle
cose, immergendoci in un reale fatto di emozioni, di aiuti, di materialità.
Bastasse questo.
Ma a volte non è così e si continua ad andare avanti con i nostri contorcimenti,
in attesa di un eccesso di chiarezza.
Chissà mai che prima o poi ci vada ad inciampare sopra.
Lizaveta 